Kawanishi N1K2 Shiden-Kai

Scala: 1/48

Autore: Roberto

Marca: Hasegawa

Tipo modellino: Aerei a elica

KAWANISHI N1K2 SHIDEN KAI pilota Kaneyoshi Muto YOKOSUKA AIR GROUP FEBBRAIO 1945

"Le capacità dello Shinden Kai vennero messe in luce il 16 febbraio 1945 quando il guardiamarina Kaneyoshi Muto affrontò da solo 12 Hellcat abbattendone 4 e costringendo i superstiti alla fuga".

Questo episodio - che, così raccontato, sopravvive ancora oggi in blasonate pubblicazioni internazionali - è sostanzialmente falso: quel giorno Muto era in volo con tutta la squadriglia dello Yokosuka Air Group (che aveva proprio il compito di valutare in combattimento lo Shinden Kai) e fu insieme con i suoi compagni che si scontrò con gli Hellcat della VF-82, ma la propaganda giapponese, che aveva bisogno di un eroe per galvanizzare una popolazione, il cui morale doveva essere assai basso di fronte ad una sequela infinita di sconfitte e all'avvicinarsi inesorabile della disfatta finale, diede dell'episodio una versione platealmente esagerata (anche le 4 vittorie confermate non sono tutte attribuibili a Muto). Ciò nulla toglie alla bontà del progetto della Kawanishi e alle capacità di Muto il quale – secondo il celebre asso Saburo Sakai – era "il più forte pilota da caccia della Marina Imperiale".

Nato nel 1915 nella prefettura di Aichi, piccolo di statura anche per gli standard giapponesi, Muto si arruolò in Marina nel 1935 e fu assegnato al cacciatorpediniere Uranami. Desideroso di volare, ottenne di entrare nella scuola piloti e si brevettò nel luglio 1936. Le prime esperienze di combattimento le ebbe in Cina dalla quale torno già asso con 5 vittorie. La seconda guerra mondiale lo vide combattere su tutti i principali fronti in cui era impegnata la Marina giapponese. Nel giugno '45 venne assegnato al 343 Air Group (lo "stormo degli assi") ma trovò la morte il 24 luglio in uno scontro con dei Corsairs. Gli storici gli attribuiscono tra le 28 e le 35 vittorie.

Per realizzare lo Shinden Kai sono ricorso alla bella scatola dell'Hasegawa in 1/48. Ho solo aggiunto le mascherine Eduard per il canopy e una piastra fotoincisa, sempre della Eduard, della quale, però, ho utilizzato ben poco (le cinture e qualche leva).

Per quanto riguarda gli interni, per mettere in risalto luci e ombre ho fatto un pre-shading in bianco sulle parti in rilievo (come, ad esempio, sulla struttura delle pareti laterali), le ho mascherate con del lattice Maimeri (un prodotto per acquarellisti che ho "rubato" a mia moglie), quindi ho proceduto ad ombreggiare con il nero. Tolta la mascheratura ho dato l'interior green. Alle paratie laterali ho aggiunto qualche cavo in filo di rame. La zona vicino alla pedaliera l'ho sporcata con i colori ad olio. Per la paratia dietro il sedile, dalla quale spuntano le bombole per l'ossigeno (colorate in rosso) ho provato ad ingannare l'occhio dell'osservatore dipingendo in nero quello che nella realtà è un vuoto ma che Hasegawa ha riprodotto come "pieno" (anche i tubi di scarico, in realtà, non son forati ma colorati in modo di sembrarlo). Il pannello strumenti è da scatola, l'ho preferito alle fotoincisioni: ho colorato la maggior parte gli "orologi" a pennello con acrilici Andrea Color, per quelli della colonna centrale ho fatto ricorso alle decal ritagliate. Sono intervenuto sul sedile assotigliandone lo spessore e praticando i fori di allegerimento sulla seduta.
Il washing finale è stato fatto con i colori ad olio diluiti con l'enamel thinner della Humbrol dopo aver protetto tutto con una passata di Livax 20 carati (la future de noaltri).

Il montaggio non ha comportato eccessivi problemi se si eccettuano il raccordo Karman e il punto di giunzione tra il ventre ed il troncone di coda ma non so se questo sia dovuto a difetti del kit o alla mia imperizia.

La colorazione è stata effettuata ad aerografo utilizzando colori Gunze e Tamiya. Sopra una prima mano in silver , ho fatto il pre-shading con un blu scuro cui è seguito, per le parti superiori, l'ijn green schiarito con il 25% di giallo. Le linee di pannellatura sono state poi riprese con l'ijn green "naturale". Le scrostature sono state ottenute con la tecnica del sale. Ho usato le decals da scatola eccetto che per le hinomaru che sono state ottenute tramite mascherine ritagliate con una cutter circolare; posate le decals le ho protette con un nuovo strato di livax cui sono seguiti i lavaggi con colore ad olio diluito con il diluente per smalti humbrol. Sui flap ho provato delle variazioni di tonalità ricorrendo alla tecnica dei puntini di colore ad olio (giallo) tirati nella direzione del flusso d'aria.

Non ho fatto le striature dovute ai fumi di scarico perché nelle foto d'epoca che ho visionato sul web (generalmente di scarsa qualità) non si vedono (o, quantomeno, io non riesco a vederle!).

Fonti:

"J2M Raiden e N1K1/K2 Shiden/Shiden-Kai aces", Osprey

"Imperial Japanese Navy Aces", Osprey

"Mitsubishi J2M Raiden e Kawanishi N1K Shiden", Maru Mechanic

"Kawanishi Kyofu, Shiden, Shiden-Kai", Bunrindo

1 Commento

  • Giuliano ha detto

    Bravo! Bel modello. Perfetto

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